Il film 'North Country - Storia di Josey' sarà trasmesso stasera in TV.

L'odissea di Charlize Theron è da non perdere.

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Tratto da una storia vera, il film da Oscar di Niki Caro ripercorre la denuncia di una donna contro gli abusi sul luogo di lavoro: una sentenza che ha cambiato il modo in cui queste questioni vengono trattate nei tribunali.

Un film da Oscar tratto da una storia vera.

Stasera in TV su Iris alle 21 va in onda con.

L’odissea di una donna che ha cambiato il modo in cui i tribunali americani giudicano gli abusi sessuali sul posto di lavoro.

Peccato che non si sia riusciti (ancora) a cambiare la mentalità, però.

Perché, come si sente nel film: «Ci sono cose da uomo e cose da donna».

Nel 1989, Josey Aimes prende i suoi due figli, Sammy e Karen, e lascia il marito violento Wayne per tornare nella sua città natale del Minnesota settentrionale.

Dopo un incontro casuale con la sua vecchia amica Glory Dodge, che lavora come autista e rappresentante sindacale nella miniera gestita dalla Pearson Taconite and Steel, Josey trova un posto anche lei nella miniera.

Charlize Theron nei panni di Josey Aimes, in una foto di scena del film “North Country – Storia di Josey” di Niki Caro.

La storia è quella di una donna che decide di denunciare per abusi la società per cui lavora: perché è un film da non perdere (foto Ansa).

La scelta viene osteggiata dal padre, Hank Aimes, anche lui dipendente della Pearson.

È convinto, come molti colleghi, che lei stia togliendo il lavoro a un uomo.

Una visione dei ruoli di uomo e donna condivisa anche dalla moglie Alice.

Hank crede che tutti i problemi della vita di Josey dipendano da lei.

Da quando, cioè, è rimasta incinta da adolescente di Sammy e non ha mai voluto rivelare l’identità del padre.

Tra i colleghi di Josey c’è Bobby Sharp, che molti ritengono essere il padre biologico di Sammy.

Anche perché prende di mira Josey senza pietà.

Stufa delle pressioni, degli abusi e della violenza, Josey decide di denunciare l’azienda per molestie sessuali.

Lo fa con l’aiuto di Glory e di Bill White, avvocato newyorkese alle prese con i propri demoni interiori.

La battaglia di Josey è difficilissima: i colleghi maschi sono uniti contro di lei e tutte le donne temono ritorsioni.

Ma forse c’è una speranza.

Il film è tratto da una storia vera.

Raccontata nel libro di, (inedito in Italia).

Che narra passo per passo il caso “Jenson v.

Eveleth Taconite Company”.

Si tratta della causa intentata da Lois Jenson e dalle altre lavoratrici della miniera Eveleth Taconite di Eveleth, in Minnesota.

Conclusasi sul piano penale con la condanna dell’azienda – colpevole di aver discriminato le donne – a pagare una multa.

La causa civile, invece, si è conclusa con un accordo extragiudiziario prima che iniziasse il dibattimento.

Ma la condanna della Taconite è un precedente importantissimo per le cause che si sono poi succedute riguardanti le molestie sul posto di lavoro.

Non è un film facile.

Per quanto la patina hollywoodiana rende tutto più sopportabile.

Ma il fatto che a 20 anni dalla sua uscita siamo ancora qui a celebrare la pellicola firmata dalla regista neozelandese, la dice lunga sulla strada che dobbiamo fare su questa materia.

Su quanto sia ancora difficile per una donna trovare sostegno quando denuncia.

Soprattutto se denuncia qualcuno di potente.

Ma anche quanto la società patriarcale e maschilista si attacchi al “passato” della vittima per screditarla.

In più, qui c’è una performance davvero notevole di Charlize Theron.

Candidata agli Oscar 2006 come Miglior attrice protagonista (battuta dalla di), due anni dopo averlo vinto per Accanto alla diva,, anche lei candidata come Migliore attrice non protagonista per il ruolo di Glory, la migliore amica di Josey.

E, nei panni dell’avvocato Bill White.

I cattivi della storia sono, ovvero Hank, il padre di Josey.

E un inedito, prima dei trionfi Marvel negli Avengers, che interpreta Bobby Sharp.

Nei panni della Josey adolescente, invece, c’è una giovanissima.

Le musiche sono del due volte premio Oscar Gustavo Santaolalla.

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