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Repubblica Italiana - Contenuto Web su Sbarco in Normandia
«La libertà non è gratuita», «La libertà non è gratis».
Le parole del presidente americano Joe Biden mirano a dare un senso a qualcosa che, in circostanze diverse, sarebbe apparsa come una cerimonia retorica.
È in Francia per commemorare i soldati di ieri, lo sbarco in Normandia di 80 anni fa, il 6 giugno 1944, ma si rivolge agli uomini di oggi, che tendono a dimenticare.
Ospiti del presidente francese Emmanuel Macron, una ventina di capi di Stato di tutto il mondo – con la rilevante eccezione di Vladimir Putin, ormai fuori dalla comunità internazionale – si sono riuniti a Omaha Beach, a Saint-Laurent-sur-Mer, e prima ancora a Ver-sur-Mer, Courseulles-sur-Mer, a Colleville-sur-Mer, per celebrare l'80° anniversario dello sbarco, ma anche per stringersi attorno a chi combatte contro le tirannie di oggi.
«L'Ucraina è invasa da un tiranno e non la abbandoneremo mai», ha detto il presidente americano: «Gli ucraini subiscono perdite enormi ma non mollano.
Non possiamo abbandonarli di fronte ai dittatori, è impensabile.
Se lo facessimo avremmo dimenticato ciò che è accaduto su questa spiaggia», ha detto.
Il presidente non nomina Putin, ma lo evoca, con qualche riferimento anche alla politica americana, che oggi sembra aver perso la strada percorsa ottanta anni fa.
«L'isolazionismo non era la risposta 80 anni fa, non lo è neanche oggi», ha aggiunto, con un implicito riferimento all'approccio dell'avversario Donald Trump che si lascia tentare dal desiderio di disimpegnare gli Stati Uniti in tutto il mondo, e in Europa in particolare.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, giunto in Normandia nel primo pomeriggio, coglie immediatamente l'invito a stabilire un parallelo tra ieri e oggi.
«Questo evento e questa giornata ci ricordano il coraggio e la determinazione di cui abbiamo dato prova nella nostra ricerca di libertà e democrazia», ha detto: «Gli alleati hanno difeso la libertà dell'Europa, allora, e gli ucraini lo fanno oggi.
L'unità ha prevalso allora e la vera unità può prevalere oggi».
Macron, che ieri ha annunciato l'invio di caccia Mirage a Kiev, non si tira indietro.
«Siamo tutti, oggi, figli di quello sbarco», ha detto il presidente, ricordando quei soldati che non combattevano sul suolo del loro paese, e «combattevano un'ideologia mortifera».
«Il silenzio di queste spiagge, oggi, si riempie di echi», ha aggiunto: «Allora sì: di fronte alla guerra che torna sul nostro territorio, di fronte a chi rimette in discussione tutto quello per cui si sono battuti, di fronte a coloro che vogliono riscrivere la storia – ha detto – siamo degni di coloro che sono sbarcati qui».
Il riferimento all'Ucraina è esplicito: «Grazie, grazie al popolo ucraino, al loro coraggio, al loro gusto della libertà.
Noi siamo là e non verremo meno», ha detto Macron, che ha concluso il suo discorso a Omaha Beach dicendo: «Sappiamo che la libertà è una lotta di ogni mattino.
Allora, per tutti coloro che, dappertutto nel mondo, vivono nella speranza della libertà, dell'uguaglianza, della fraternità, il 6 giugno è un giorno senza fine, il 6 giugno è un'alba senza sosta.
Ricominciate».
Per l'Italia era presente Mattarella.
«Presidente Sergio! Sono felice di averti qui», ha detto Macron incontrando il presidente, giunto in Normandia in rappresentanza di un'Italia che, 80 anni fa, aveva da pochi mesi abbandonato il fronte dei nemici della libertà celebrata ieri, scrollandosi di dosso 20 anni di tirannia senza onore.