Rai ha annullato il contratto di Sara Giudice, accusata di una presunta violenza sessuale con il marito Nello Trocchia.

Viale Mazzini ha dichiarato che non è mai stata avviata una procedura formale.

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Sul caso, esploso nei giorni scorsi ma che risale a gennaio 2023, secondo l'accusa di una collega della coppia di giornalisti, pende la decisione del gip.

La procura ha chiesto l'archiviazione.

Rai ha annullato il contratto di Sara Giudice, ingaggiata per occuparsi di vari temi nel programma di Antonino Monteleone.

La marcia indietro avviene in seguito alla vicenda che vede Sara Giudice indagata, con richiesta di archiviazione, per una presunta violenza nei confronti di una collega.

Un caso esploso nei giorni scorsi e verificatosi sul quale pende la decisione del gip.

Ora la giornalista è in attesa della decisione.

La conferma di uno stop in Rai viene dallo stesso Monteleone: «È vero, mi è stato comunicato che il contratto con Sara Giudice non può essere finalizzato.

L’editore mi ha comunicato che non ci sono le condizioni».

In una nota, la Direzione Approfondimento Rai chiarisce che non è mai stata avviata nessuna procedura formale di contrattualizzazione né, di conseguenza, emessa alcuna matricola.

L'unica matricola, comunicata anche al conduttore della trasmissione Antonino Monteleone lo scorso 7 agosto, si riferisce esclusivamente al programma la cui messa in onda è prevista nei prossimi giorni.

Segue dibattito aperto dal quotidiano sull’apparente scarso garantismo dell’azienda della televisione pubblica di fronte a un caso sul quale pende la decisione del gip.

La questione della presunta violenza era esplosa in prima battuta sul (a poca distanza dall’inchiesta sui finanziamenti ad Acca Larenzia pubblicata da e firmata da Trocchia).

Intanto la stessa Giudice e il marito Trocchia denunciano espressamente nei loro confronti da titolari di alcuni profili: un esposto è stato depositato in Procura e sulla questione è al lavoro la polizia postale.

«Una pallottola in fronte e passa tutto, tr… fottuta», era stata la frase rivolta da un utente Facebook nei confronti della giornalista.

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